La gentilezza rappresenta uno degli strumenti privilegiati per accostare il delicato e sensibile mondo degli affetti soprattutto in quelle persone la cui architettura cognitiva gradualmente si disgrega, in cui la fragilità prende il sopravvento, ma dove l’affettività anche quella più istintiva rimane fino alla fine.
La comunicazione gentile è pertanto quella che conosce, utilizza e discerne i sentimenti attraverso il gesto, il contatto visivo, lo sguardo, il contatto fisico, il tono della voce, il sorriso.
Fondamentale per l’operatore riscoprire e riappropriarsi della comprensione e dell’ascolto come strumenti privilegiati di relazione e di cura attenta. Il tutto tenendo conto che ogni singola persona è unica e irripetibile, assimilabile ad altre per alcune caratteristiche, ma che richiede una propria “lettura” personale e speciale.